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LAQUA COUNTRYSIDE

Immerso nel cuore delle colline della Penisola Sorrentina, LAQUA COUNTRYSIDE è un resort del gruppo Cannavacciuolo, contemplativo e rispettoso dello spirito dei luoghi, all’interno del quale si respira ancora un forte senso di famiglia.

Un palazzo padronale di fine Ottocento, legato a ricordi di infanzia dello Chef Antonino Cannavacciuolo, si trasforma in un intimo resort con sei camere e ristorante, al quale è stata già conferita una prima stella Michelin.

Già dai primissimi sopralluoghi la casa, quasi sospesa nel tempo, sembrava custodire in sé racconti di famiglia e tradizioni tramandate. Muri spessi e soffitti voltati, soglie in pietra vesuviana e vecchi balconi in ferro, raccontavano la sua intrinseca decadente bellezza.

L’approccio progettuale è stato pensato nel totale rispetto della struttura, al fine di conservarne intatti i vecchi valori, procedendo dunque, parallelamente, alla rimozione del superfluo e all’apposizione di interventi contemporanei, volutamente dissonanti, nella costante ricerca di un dialogo tra il vecchio e il nuovo.

L’originaria scala di accesso al primo piano, consumata dal tempo, è l’unico accesso alle camere. Su di essa si innestano tre rampanti in cemento a vista che ripropongono nella forma la vecchia scala di collegamento al secondo piano, purtroppo crollata.

Pannellature in ottone brunito definiscono le parti mancanti del parapetto anticaduta.

L’involucro viene spicconato e le volte del piano terra restano nude con le loro ferite.

Gli interventi di consolidamento strutturale palesano il brutalismo del cemento.

Le pareti sono neutre con finitura a calce e il pavimento è stato realizzato con sapienza magistrale riprendendo l’antica tecnica costruttiva del cocciopesto con cemento misto a tegole e pietre macinate reperite in loco.

Tutte le superfici orizzontali e verticali risultano, quindi, irregolari e non omogenee, proprio perché frutto di un lavoro artigianale.

La polverosa e materica nudità strutturale dialoga con un allestimento in ottone brunito, rigoroso nelle forme e nei materiali, che si sviluppa come guida di nette visioni prospettiche allineate e pedissequamente riproposte all’interno di tutta la struttura.

Al piano ristorante tavoli in marmo rosso Montecitorio e pietra lavica, puntualmente illuminati, caratterizzano in maniera drammaticamente teatrale gli spazi. Installazioni presepiali di pastori tipici della tradizione napoletana, realizzati dalle sapienti mani di Andrea Cannavacciuolo, padre dello Chef, raccontano la autentica necessità di mantenere un legame costante con le origini e le tradizioni.

Visibile già dall’ingresso alla struttura, la cucina a vista mostra in purezza la sua tecnologia, come il motore di una macchina da corsa. In contrapposizione, nel blu dei rivestimenti riecheggia l’amore dello Chef per il mare.

Dalla sala ristorante si accede alla corte esterna. L’antica pianta di glicine si sviluppa su un doppio pergolato ligneo in pali di castagno, tipico della tradizione della penisola sorrentina. Il vecchio pozzo e il lavatoio in pietra si trasformano in ghiacciaie per champagne.

Così come in passato, gli spazi esterni hanno uno stretto legame funzionale con l’utilizzo di quelli interni. Il frutteto e l‘orto rappresentano ancora oggi il fulcro della struttura in diretto collegamento con la cucina del ristorante.

Ampi terrazzamenti arginati da murature a secco in pietra calcarea senza stilatura di giunti, realizzate secondo le antiche tecniche costruttive, caratterizzano gli esterni della struttura. Gli spazi verdi, in perfetto dinamismo con il susseguirsi delle stagioni, ben dialogano con pannellature in acciaio corten anticaduta e l’installazione di antichi manufatti in pietra per la premitura dell’olio.

A completare la lettura degli spazi esterni, la piscina a sfioro, essenziale nelle forme in malta color cemento, diventa specchio amplificatore della natura circostante.

Attraverso la scala interna si accede alle camere.

La struttura planimetrica dell’antica casa padronale è stata mantenuta intatta. Gli ambienti, tutti voltati e perimetrati da murature portanti, sono stati convertiti e riorganizzati per accogliere gli ospiti.

All’ interno di questa volumetria si innesta il locale destinato al bagno: un sotto volume minimale definito da grandi lastre di marmo anche a soffitto.

Le docce a vista dalla camera, come absidi di una chiesa, definiscono quinte sceniche ricche di chiaroscuri accentuati dall’illuminazione puntuale sulle lesene in marmo.

La pavimentazione in cocciopesto e la pittura a calce accolgono un arredo minimale e rigoroso. I nuovi infissi in legno, in tinta con le pareti, sono stati posizionati sulle originarie soglie in piperno. I balconi mantengono l’antica ringhiera in ferro e i terrazzini sono pavimentati con cotto antico di recupero in loco.

Al secondo piano, ricavata tra il tetto in legno a doppia falda e l’estradosso delle volte del primo piano, si sviluppa, su tutta la superficie planimetrica del manufatto, una grande suite con terrazzino privato vista mare. La pavimentazione è in eco malta per meglio modellarsi alle forme curve del piano di calpestio e il bagno è rivestito con antiche riggiole napoletane di recupero già presenti all’interno della struttura.

In quest’ottica anche gli arredi si adattano alle volte del soffitto sottostante, per meglio ottimizzare l’utilizzo degli spazi a disposizione. Finestre a tetto rendono possibili suggestive visioni del cielo stellato direttamente dal letto ed interessanti tagli di luce all’interno della camera.

in collaborazione con studio Lamatilde e arch.Stefano Olivari

foto: Serena Eller

LAQUA COUNTRYSIDE -  ESTERNI